Vigilar e Pesaro Challenge: così tuteliamo l’evento di notte

Vigilar, società che dal 2000 è nel settore della vigilanza privata, è uno dei sostenitori di Pesaro Challenge. Si tratta di una realtà sempre in crescita e che nel 2023 conta circa 3000 clienti tra cui troviamo grandi aziende della nostra provincia e banche di carattere nazionale. Abbiamo così deciso di intervistare Alessandro Giuliani, titolare dell’azienda per farci raccontare la loro realtà…

Come nasce Vigilar? Da dove viene l’idea di creare questa realtà?

Quando ho deciso di creare Vigilar l’ho fatto perché vedevo che sul territorio c’era esigenza di una realtà come la nostra. I 4 istituti di vigilanza di allora, di cui 3 appartenevano allo stesso proprietario, a parere mio mancavano di tecnologia e innovazione (sia a livello di strumenti che di logiche ispettive). Così ho deciso di entrare in questo mercato con una società al passo coi tempi, che mettesse a disposizione dei suoi clienti tutto il supporto tecnologico possibile (dalle telecamere all’antifurto).

Una scelta più che giusta secondo me, anche visto che il primo giorno d’apertura abbiamo subito avuto il primo cliente, ovvero Biesse e da lì tutte le grandi aziende (tranne Scavolini) si sono poi collegate con noi. 

Quali sono i servizi che Vigilar offre ai suoi clienti?

Abbiamo diversi servizi che potremmo dividere in tre principali settori:

  • Centrale operativa: con impianti collegati ad un centro di comando operativo 24h su 24h dove due operatori monitorano, controllano e gestiscono le segnalazioni. Ad esempio: se scatta un allarme contattiamo il titolare per vedere se si tratta di un falso allarme, in caso contrario mandiamo una pattuglia di pronto intervento attiva 24h e per 365 giorni l’anno.  
  • Servizi ispettivi: tramite tag sul cellulare effettuato da una guardia in seguito al controllo su finestre e porta dell’attività, così da dimostrare che siamo passati oppure nel caso il cliente richieda un’ispezione di chiusura o di bonifica. 
  • Piantonamento fisso: attraverso guardie sia armate che non (a seconda della richiesta) che presidiano il luogo in maniera fisica come nel caso del pronto soccorso di Pesaro e Fano, nei supermercati o da Biesse (dove c’è un presidio anche notturno). 

In tutti questi anni di attività c’è un intervento che l’ha resa particolarmente orgoglioso?

Beh sicuramente sono orgoglioso della mia azienda ogni volta che riusciamo a sventare dei furti. Un po ‘ come accaduto l’anno scorso quando alla Sider Rottami siamo riusciti a mettere in fuga 12 rumeni sventando così un furto da centinaia di migliaia di euro. 

Come siete entrati in contatto con Pesaro Challenge?

Essendo abbastanza conosciuti e presenti sul territorio siamo stati contattati da Pesaro Challenge perché serviva loro un’agenzia che potesse tutelare e supervisionare tutto ciò che resta incustodito la notte al termine della giornata d’evento.

Dall’edilizia a Pesaro Challenge, il geometra Balzano: “La vita e il lavoro non sono poi così diversi dallo sport!”

Esattamente come Pesaro Challenge combina durante l’1-2-3 settembre tantissimi sport ed eventi, allo stesso modo la Balzano Consulting Group Stp Srl coniuga, all’interno della sua realtà, tantissimi aspetti e tematiche dell’edilizia con il mondo immobiliare. Per questo abbiamo deciso di intervistare il suo amministratore, il Geometra Giuseppe Balzano, per raccontarci la storia della loro realtà, di cosa si occupano e del perché abbiano deciso di collaborare con Pesaro Challenge.

Come nasce la vostra realtà? Da dove viene l’idea che porta alla nascita di questa società?

L’Idea di creare la Balzano Group è nata semplicemente dal mio amore per il mio lavoro. Mi sono diplomato come geometra ed ho voluto dedicare a questo titolo il mio lavoro e la mia vita, poi con la persistenza, la tenacia, la caparbietà ma anche la dedizione che mi appartengono, sono riuscito ad arrivare dove sono oggi, io, assieme al mio team. Questa realtà, che l’anno prossimo arriverà a 25 anni di ininterrotta attività tecnica, rappresenta tutta la mia passione per questo lavoro e tutta la volontà che ho impiegato per arrivare a ciò che rappresenta oggi: un’impresa con 12 tecnici tra studio e cantieri, oltre ad almeno 5 collaborazioni fisse con professionisti esterni (Ingegnere, Architetto, Termotecnico, Topografo, Esperto in sicurezza). A parlare di noi però è il nostro lavoro oltre alla nostra storia, negli ultimi anni ci siamo diramati su gran parte del territorio provinciale, attraverso i nostri attuali tre uffici ubicati a Pesaro, Montecchio e Urbino e da settembre faremo un altro grande passo… Ci sposteremo in una struttura di 700mq a Pesaro e amplieremo ancora di più i nostri servizi, con la creazione di un CSI Centro Servizi Immobiliari a 360°.

Di che cosa vi occupate adesso? E quali servizi ulteriori offrirete da settembre?

Il nostro studio di progettazione è composto da tecnici che seguono l’edilizia a 360°. Ci occupiamo di trovare l’impresa, richiedere le autorizzazioni per i lavori, sbrigare la parte burocratica, procedere con gli incartamenti fino al collaudo finale, seguire le ristrutturazioni, le nuove costruzioni, le realizzazioni di sistemi di approvvigionamento di energia da fonti alternative, pratiche per aperture di nuove attività e tanti altri svariati servizi. Possiamo anche occuparci per il cliente di aiutarlo ad avere l’accesso al credito e, in alcune occasioni, a cogliere determinate opportunità come nel caso dei vari bonus. Oltre a ciò effettuiamo anche perizie, ci occupiamo del catasto, delle successioni, della sicurezza nei cantieri, delle stime… insomma tutto ciò sia per privati che per imprese. 

Da settembre aumenteremo maggiormente i nostri servizi, i nostri clienti da noi troveranno tutto: dall’avvocato, il commercialista, l’assicuratore, il consulente immobiliare, il consulente energetico, il consulente del credito… ogni cosa. Non dovranno più andare avanti e indietro da un posto all’altro, avranno tutto in un unico punto, Balzano Group diventerà un centro servizi immobiliari incredibile che saprà rispondere ad ogni minima esigenza dei clienti, più di quanto facciamo già!

Giuseppe Balzano Pesaro Challenge,

In tutti questi anni di lavoro, c’è qualcosa che porta maggiormente con lei? Un ricordo che l’ha resa particolarmente orgoglioso?

Sicuramente sono tanti ma, senza andare troppo indietro nel tempo, un intervento fatto negli ultimi anni lo porto particolarmente con me. Si tratta di uno dei lavori più grossi che abbiamo fatto, un intervento di superbonus su 20 appartamenti in un fabbricato a pezzi che abbiamo rimesso completamente a nuovo: terrazzi, ringhiere, ascensore… lo abbiamo migliorato sotto l’aspetto sismico, energetico, della qualità architettonica, dell’approvvigionamento da fotovoltaico, gli infissi, lo abbiamo praticamente ricostruito. Ma ciò che mi ha reso orgoglioso, oltre all’intervento in sé, è il servizio che abbiamo saputo offrire, la presenza costante affianco al costruttore e al cliente, la capacità di utilizzare i bonus edilizi in vigore in modo ottimale, il risultato estetico e qualitativo finale che abbiamo donato all’immobile e soprattutto la soddisfazione di tutti i clienti che vivono quotidianamente in quello stabile. Questo risultato, oltre a rappresentare una grande soddisfazione per me e per la società, ci ha poi ripagato… perché quando si lavora bene il lavoro poi viene riconosciuto. E di fatto ci ha lanciato e ci ha fatto crescere (sia come uffici che come personale e richieste di interventi). Senza contare che poi le persone di me si fidano, sono una persona sempre disponibile e rispondo a tutte le chiamate in prima persona, non mi tiro mai indietro, ci sono sempre.

Il rapporto come Pesaro Challenge invece com’è nato?

Prima le ho parlato di quel grande lavoro di ristrutturazione. La sua perfetta riuscita è frutto dell’intera squadra che compone la Balzano Group. Come nello sport, anche noi abbiamo dovuto allenarci studiando le normative e le soluzioni migliori per terminare il lavoro, anche noi abbiamo dovuto fare sacrifici per arrivare alla fine, ma il momento in cui l’ultimo pezzo del ponteggio è stato smontato ho assaporato il gusto della vittoria proprio come fa lo sportivo sul traguardo della sua gara.

Ho deciso di collaborare con Pesaro Challenge perché la vita e il lavoro non sono poi così diversi dallo sport.

Ecco perché abbiamo deciso di stringere una partnership con loro ai massimi livelli, per poter avere una pubblicità forte e presente… basta aprire la brochure e guardare la prima pagina per capirlo! 

Poliplast Polistirolo: dal settore dell’imballaggio al ludico, 42 anni di storia

Gabriella Mangani, è una dei titolari di Poliplast, azienda storica del nostro territorio, con sede a Montelabbate, che nasce nel 1981. Grazie alla loro realtà e al loro lavoro si devono tantissime cose che avete già visto nei Pesaro Challenge precedenti e che vedrete all’evento dell’1-2-3 settembre. Dai totem al podio, passando per il backdrop (tanto per citarne alcuni). Così abbiamo deciso di intervistare Gabriella per raccontarci la storia di Poliplast e tanto altro…

Poliplast è un’azienda storica nel territorio, ci racconti come nasce e di cosa si occupa?

Tutto ha inizio nel 1981 con mio padre Mangani Graziano che, assieme ad altri soci, ha dato vita a questa realtà. Un’impresa che poi negli anni si è evoluta tantissimo, ha cambiato sede, ha incrementato la forza lavoro (sia in termini di personale che di macchinari) sino a giungere a ciò che oggi tutti conoscono e che si trova in via Mengaroni 1 a Montelabbate. 

Una bellissima evoluzione se si pensa a dove tutto è iniziato e cioè nel garage di mio padre, visto che lì Poliplast ha iniziato ad imballare i primi prodotti.

Erano di un’azienda dove mio padre lavorava come operaio e visto che a quel mobilificio serviva un’azienda di imballaggi mio padre ha deciso di pensarci lui poiché aveva le macchine adatte a questo tipo di lavoro e, avendo lavorato per anni all’estero in quel settore, si trattava di un campo che già conosceva.

Da lì poi è iniziata la nostra storia…

Oggi ci occupiamo sempre prevalentemente di imballaggio per spedizioni nel settore dei mobili, ma copriamo anche altri campi come quello della produzione di loghi o di intervento nel settore nautico, della vetrinistica fino ad arrivare al campo del recupero edilizio e a quello ludico, per il quale ci conoscono maggiormente nel territorio, essendo diventati in questo settore un’azienda di riferimento per prodotti d’evento come totem e oggettistica.

Poliplast Polistirolo Pesaro Challenge,

Quella di Poliplast è una realtà che vivi quindi da sempre… quando hai iniziato a farne parte? E cosa porti con te di tutti questi anni passati in Poliplast?

Ho iniziato a lavorarci sin da piccolissima, ricordo che andavo ancora a scuola e, durante le feste o d’estate, davo una mano a mio padre se non dovevo studiare. Così ho avuto modo sin da subito di imparare il lavoro di fabbrica e poi, una volta diplomata in ragioneria, sono stata inserita all’interno dell’azienda. Il tutto si è poi casualmente combinato ad una ragazza che, quasi in contemporanea al mio diploma, era andata in maternità e dunque si era liberato effettivamente un posto. 

Per quanto riguarda invece un evento particolare che porto come me in tutti questi anni di lavoro è sicuramente quello del 2 giugno 2020. Eravamo in piena pandemia e per la città di Pesaro ci era stato chiesto di realizzare una bicicletta in polistirolo che si illuminava di notte da posizionare alla Palla di Pomodoro.

Il rapporto con Pesaro Challenge invece com’è nato?

Si è sviluppato tutto sulla base di un rapporto nato per la questione ludica. Quindi dai totem al podio, passando per il backdrop alle spalle del palco dove sono posizionati i vari sponsor, fino a tanti altri oggetti (come il logo di Pesaro Challenge). Quindi l’abbiamo visto come un’opportunità per uno scambio reciproco. Da un lato noi abbiamo fornito a Pesaro Challenge una serie di oggettistica di cui avevano bisogno per l’evento mentre noi in cambio possiamo metterci in mostra all’interno di un evento così grande e dimostrare cosa siamo in grado di produrre sia in termini di prodotto che di qualità.

Squash Club Pesaro, la storia: dagli anni ’80 fino a Pesaro Challenge

Roberto Casicci presidente dello Squash Club Pesaro che parteciperà come realtà sportiva a Pesaro Challenge l’1-2-3 settembre, ci racconta in questa intervista della realtà storica pesarese che rappresenta e delle iniziative che proporranno a Pesaro Challenge.

Partiamo dalle origini di questa realtà sportiva. Lo Squash dopotutto è storia…

Si, lo Squash, come sport, nasce negli anni ‘80 e si sviluppa principalmente in quel periodo dove andava molto forte… un pò come il padel adesso. Poi, come ogni moda, col passare del tempo è un po ‘ calata anche se, attualmente, si sta cercando la passione verso questa disciplina attraverso i giovani (andando nelle scuole) grazie al sostegno del Ministero dello Sport e della Salute. Perché alla fine il futuro di ogni sport nel mondo è rappresentato dai giovani, quindi ora il nostro scopo principale è di farlo conoscere il più possibile alle nuove generazioni anche perché, a livello fisico, basta osservare la tabella delle attività fisiche per comprendere quanto sia tra gli sport più completi che si possano praticare.

Un discorso che vale anche per la realtà Pesarese immagino… quale storia c’è dietro il vostro Club?

Tutto ha inizio con Giorgio Tamburini, fondatore dello Squash Club Pesaro e attuale proprietario della Big Gym, che è stato il precursore di questo movimento sul nostro territorio e se oggi abbiamo questa realtà il merito è tutto suo.

Attualmente oltre ai nostri atleti ospitiamo, per cause esterne, anche una società di Riccione (poiché non hanno più un campo). Il beneficio di questa collaborazione lo noto ogni volta nei nostri giovani siccome i loro, per meriti sportivi, viaggiano già per l’Europa e questo spinge i nostri ragazzi a fare sempre di più per arrivare al loro livello. Quello che vorremmo fare infatti è aggregare i nostri atleti ai loro. 

Squash Club Pesaro, Pesaro Challenge,

Tu come sei entrato a far parte di questo mondo?

Io ho iniziato negli anni ‘90, giusto per per provare e poi,  siccome mi è piaciuto molto, mi ci son messo con anima e corpo. Sono stato un agonista abbastanza quotato in Italia mentre ora sono in quota 60, quindi lo pratico solo con i veterani o magari, nel caso di un torneo assoluto, per aumentare i partecipanti… perché comunque ormai non reggo più il passo dei giovani.

Cosa ti porti dietro di questo sport fino ad oggi?

Sicuramente le trasferte! Si partiva con grandi macchinate e pulmini e per noi, da ragazzi, oltre alla bellezza di giocare fuori era sempre un motivo di festa. Qualcosa che vedo anche adesso nei ragazzi che iniziano a praticare questo sport e che vanno magari all’estero a fare gli europei a squadre. Ciò permette loro di aggregare in un modo non indifferente così come, alla fine,  avviene in tutti negli sport giovanili.

Quando viaggi per il mondo ti diverti sempre. Ovviamente una volta in campo devi essere serio e professionale ma tutto il resto del tempo e del viaggio è fatto di svago e di emozioni uniche che ricorderai per sempre..

Pesaro Challenge invece come si inserisce nel vostro percorso?

Nasce tutto dalla conoscenza con Francesco. Ci siamo visti per la prima volta in spiaggia a un torneo di beach tennis e da allora ci siamo sempre tenuti in contatto. Da lì ho parlato con la federazione (anche per via del programma del Ministero nei confronti dei giovani) per poter portare la nostra realtà all’interno di Pesaro Challenge vista l’opportunità che offre di mettere in contatto lo sport e i giovani. Vorremmo portare, per l’evento, più tecnici federali possibili oltre ad un gonfiabile per i bambini dove far praticare loro lo Squash.

Come Squash Club Pesaro siamo prontissimi per quest’anno e con la testa già pensiamo all’anno prossimo visto che vorremmo organizzare un vero e proprio torneo.

Onestamente? L’avremmo voluto fare già da quest’anno ma la federazione aveva già preso impegni per un altro evento internazionale durante i giorni in cui si svolge Pesaro Challenge e dunque non è stato possibile. Ma l’anno prossimo faremo di tutto per realizzarlo!

Cinzia Signoretti di Fantasticane a Pesaro Challenge: “Lo sport è di tutti, anche degli amici a 4 zampe!”

Pesaro Challenge è un evento adatto a tutti e non parliamo solo di grandi e piccini ma anche dei nostri amici a quattro zampe! Per questo ringraziamo Cinzia Signoretti, educatrice cinofila professionista, con la quale collaboriamo, che ci ha permesso di dedicare aree ed iniziative anche a loro.

Cinzia Signoretti ha due centri tra Pesaro e Acqualagna ed ha messo in piedi una vera e propria guida all’educazione dove, alcuni consigli, sono tranquillamente reperibili online. Un progetto così interessante che è diventato virale, la sua pagina “Fantasticane” infatti vanta più di 100.000 followers sia su Facebook che su Instagram.

Cinzia Signoretti Fantasticane Pesaro Challenge,

Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso?

Perché voglio aiutare le persone ad aiutare a loro volta il mondo del cane. Tutto ciò che faccio, dai corsi ai consigli, ha un linguaggio semplice che permette a chiunque di avvicinarsi e comprendere il proprio cane. Oltre a ciò suggerisco anche prodotti e integratori per l’alimentazione in quanto laureata in cinotecnica con un master in alimentazione veterinaria.

Bisogna capire ciò che spinge il cane a comportarsi in un determinato modo. La classica mentalità del “io sono sono il capobranco quindi io comando” è sbagliata! Ma se nessuno ti insegna la mentalità giusta da avere con i nostri amici a 4 zampe difficilmente la si cambia.

Immagino che tu abbia sempre avuto un cane…

Uno? Io ne ho sempre avuti almeno 5 o 6. Con loro ho vissuto la mia vita (personale e anche sportiva). Adesso ad esempio mi sto preparando per un mondiale di Bike in Germania avendo un cane da sprint. Oltre a ciò con loro pratico anche il canicross e ho fatto l’istruttore per cani da soccorso. Io faccio ciò che insegno, tutto assieme ai miei cani. 

C’è qualcosa, di questo percorso di vita, che porti con te in particolar modo?

Un evento che porto nel cuore è sicuramente la ricerca di una persona scomparsa con una disabilità che abbiamo ritrovato.

Cosa porta invece Cinzia Signoretti a Pesaro Challenge?

Partecipo per far sapere alla gente come si vive e come si comunica con i cani. Per dire loro che non si tengono in garage ma nemmeno in giardino, che non si comprano per bellezza. Per far capire alle persone che il cane ha bisogno di essere educato e che per farlo servono delle competenze, prenderlo solamente non basta perché non è una cosa che si impara da un giorno all’altro.

Pesaro Challenge è una manifestazione sportiva, come si collega al mondo dei cani?

Il punto è proprio questo, i cani e le sport. Le persone devono capire che un cane ha bisogno di attività fisica esattamente come noi e che non basta soltanto farlo uscire per fare i bisogni. Quindi vorrei far capire loro che si può praticare sport assieme al proprio cane. 

A Pesaro Challenge quindi ci sarà una postazione dalla quale cercherò di far capire proprio questo, oltre al comportamento e al rapporto da avere con gli amici a 4 zampe.

In particolar modo mi concentrerò, visto il nostro territorio, sul come si può insegnare ai cani la ricerca del tartufo.

A tutto questo poi si aggiungerà anche la sfilata (esattamente come l’anno scorso) con i cani sul palco (sia di razza che meticci). Questa volta però, oltre al cane più simpatico e al più bello, ci sarà anche il concorso “tale e quali” dove sarà premiato il cane che più assomiglia al padrone.

Cinzia Signoretti Fantasticane Pesaro Challenge,

Un’ultima domanda… c’è qualche consiglio in particolare da tenere a mente?

Sarebbero tante le cose da dire. Innanzitutto che sgridare un cane non serve a niente e poi che ci sono tanti nuovi studi che ci aprono un mondo sulla loro mentalità. Ad esempio è ormai provato che lo scodinzolio non significa sempre che il cane è felice, bisognerebbe vedere in che verso scodinzola, la frequenza e tanto altro.

Per questo a Pesaro Challenge cercherò di chiarire il più possibile tutto ciò che bisogna tenere a mente sul mondo dei nostri amici a 4 zampe.

Pisaurum Young Riders e Pesaro Challenge insieme per una nuova generazione di ciclisti!

Se Pesaro è la città della bicicletta, Pesaro Challenge non può essere da meno! Per questo siamo felicissimi della nostra collaborazione nata dal rapporto con Massimo Umbri, fondatore della realtà ciclistica Pisaurum Young Riders dove attualmente riveste la carica di consigliere, oltre ad essere membro della Federciclismo provinciale.

Una realtà che per il territorio pesarese è tanto storia quanto tradizione, come lui stesso ci racconta…

Basterebbe il nome per descrivere Pisaurum Young Riders no?

Si esatto. Pisaurum Young Riders è una realtà pesarese storica che c’è sempre stata, così come la tradizione delle squadre giovanili sul nostro territorio anche se, per un periodo, questa bellissima abitudine si è interrotta a causa della mancanza di vivaio. Fortunatamente è un trend che si sta invertendo in questo periodo, seppur il calo rispetto al passato sia comunque evidente. Però siamo riusciti a ripartire lo stesso, con un vivaio di ragazzini sempre più in crescita e che comprende bambini d’età giovanissima come quelli di 6 anni ma anche più grandi come i 13enni. Presenze fondamentali per cercare di ricostruire il ciclismo a Pesaro.

Il problema che riscontriamo oggi però non riguarda solo il ricambio generazionale ma anche la mancanza di istruttori e di amanti del ciclismo. Quello che stiamo provando a fare come Pisaurum è rispolverare il ciclismo, magari contattando ex atleti e amanti di questo sport per tramandare questa passione.

Parlando di passione appunto… la tua da dove nasce?

La mia è una passione di famiglia. Prima di me correvano già mio padre e mio zio. Poi tra fratelli e cugini c’è stato un periodo in cui eravamo in 7 addirittura. La moglie di mio fratello è stata Azzurra per 9 anni, ha fatto 3 tour de France e 5 giri d’Italia. Poi per ultimo c’è mio figlio che è l’ultimo Umbri che cavalca la bicicletta. Diciamo quindi che è qualcosa che tramandiamo di generazione in generazione.

Io sono cresciuto in una famiglia contadina e per me avere una bicicletta era qualcosa di bellissimo poi, quando ci siamo trasferiti a Pesaro nel 1964 (che ancora non aveva tutti questi abitanti) ho vissuto la città come una pista ciclabile gigante. Non c’erano le macchine o il traffico di oggi e nemmeno case o palazzi. Quindi per un amante della bicicletta questo significava poter sfrecciare ovunque senza i limiti di oggi.

Pisaurum Young Riders, Pesaro Challenge,

Come nasce invece il rapporto con Pesaro Challenge?

Siamo stati contattati da Francesco Troiani che ci ha parlato dell’evento e abbiamo deciso di aderire per poter ampliare la società e mostrare ai ragazzi di Pesaro che c’è anche questo sport oltre al calcio, al basket e via dicendo. Quindi parteciperemo per provare a ricostruire il ciclismo pesarese partendo dal far divertire ragazzi sia con la pratica che con la conoscenza di questo sport.

Allestiremo una gimkana dove potranno provare le bici da corsa o le mountain bike. Saremo ovviamente attrezzati con bici di diversi tipi e di varie misure così da averne a disposizione per tutti.

Faremo vivere loro questo sport ma anche conoscere la storia di Pisaurum Young Riders.

Se ti chiedessero un tuo sogno invece? Cosa risponderesti?

Il mio sogno nel ciclismo è quello di guidare i miei ragazzi verso il successo in questo mondo sportivo, così da condividerli con loro. Per dire… mio figlio ormai ha 22 anni e quindi adesso si autogestisce, fino a 3 anni fa però lo accompagnavo e lo allenavo io arrivando, con lui, anche a vincere parecchio (sia su pista che su strada). Una volta però che un giovane ciclista, come nel caso di mio figlio, supera i 18 anni, Pisaurum Young Riders si stacca, perché diventa compito dell’atleta decidere del suo futuro siccome quella che prima era una passione può trasformarsi in un vero e proprio lavoro. Ma ripeto… a quell’età è il ciclista a dover fare delle scelte. Per questo anche se fossimo in grado di accompagnarli oltre non lo faremmo. Il nostro sogno è quindi quello di accompagnare questi ragazzi verso la porta del professionismo e del successo per poter poi gioire dei loro successi. Pensiamo infatti che sia questo il vero premio per noi che facciamo volontariato.

PJ Investigation a Pesaro Challenge: tra steward e corsi di sopravvivenza

Alessandro Gili, socio di PJ investigation di Pesaro, è l’uomo che, assieme alla sua agenzia di security e a tutto il suo staff, garantisce la sicurezza di Pesaro Challenge durante i suoi giorni d’evento, esattamente come lo farà anche quest’anno l’1-2-3 settembre. Oltre a ciò Alessandro ha in serbo per tutti coloro che verranno a Pesaro Challenge anche una novità che li metterà al centro dell’iniziativa, facendo vivere ai presenti una vera e propria esperienza tra lo sport e la sicurezza. Di cosa stiamo parlando? A raccontarcelo è proprio lui, prima però scopriamo che cos’è PJ Investigation e cosa c’è dietro il mondo della sicurezza agli eventi…

Come e quando nasce la vostra realtà?

Pj nasce nel 2010, viene fondata da mio suocero che è stato per 35 anni nei carabinieri (svolgendo anche missioni all’estero) e che, dopo essere andato in pensione nel 2009, ha deciso nel 2010 di aprire un’agenzia investigativa in ambito familiare… quindi parliamo di indagini inerenti la fedeltà coniugale, il controllo di minori ma anche penale (relativamente ad attività investigative) attraverso avvocati che chiedono magari una consulenza tecnica per un caso (visto che ha lavorato anche con i ris di Roma).

E questa è stata Pj fino al 2012 quando poi, grazie alla licenza ottenuta, si apre al mondo della sicurezza anche nell’ottica del fatto che Pesaro fosse sprovvista di una vera e propria agenzia. Così assumendo vari ragazzi che facevano i buttafuori Pj inizia ad occuparsi della sicurezza agli eventi, nei locali notturni e nelle spiagge arrivando, ad oggi, a contare circa 90 operatori a contratto a chiamate operando sia sul territorio pesarese che romagnolo (dove abbiamo abbastanza radicato la nostra attività).

Inoltre offriamo anche un servizio di steward e antincendio (persone che hanno attestati di alto rischio) autorizzati a intervenire prima dell’arrivo dei vigili del fuoco.

Pj investigation Pesaro Challenge sicurezza,

Una figura che si è evoluta nel tempo anche a livello legale…

Si, infatti quella del buttafuori era una figura che fino al 2009 non era è stata ancora professionalizzata, bastava solo mettere in regola la persona però non c’era un vero e proprio regolamento e questo causava non poche incomprensioni. Poi il Ministero, finalmente, ha deciso di tutelare sia noi che coloro che ci assumevano ed ha predisposto un corso di 90 ore obbligatorie per legge da svolgere tramite l’agenzia o il locale. Inoltre adesso è prevista l’iscrizione alla Prefettura perché devono sapere per chi lavori. Infatti noi, prima di ogni attività, dobbiamo comunicare chi andrà a lavorare e in quali locali. Una misura non di poco conto visto che ha permesso di mandar via le “mele marce” da questo mondo poiché chi ha precedenti non può iscriversi in prefettura.

Tu come hai deciso di entrare in questo mondo?

Ci sono entrato nel 2014… prima lavoravo in una società che gestiva alberghi. La parentela poi mi ha portato in Pj perché mio suocero si stava ampliando in vari settori e mi aveva chiesto di dargli una mano. Onestamente ci ho pensato un pò prima di accettare perché ero molto legato al mondo del turismo ma alla fine, intorno al 2013/14, ho accolto la sua proposta ed ho iniziato a seguire dei corsi di investigazione e dei master per formarmi al meglio. Devo ammettere che è un settore che mi è piaciuto molto e in cui mi sono trovato a mio agio… forse per il fatto che ho la capacità di essere tranquillo sin da subito con persone che magari si aprono completamente con te, anche su aspetti imbarazzanti, e io dimostro loro di essere in grado di comprenderli (quasi come uno psicologo). Non è qualcosa di scontato e penso che questo mi abbia inorgoglito molto sino al punto di farmi scegliere questo come mio mestiere.

Pj investigation Pesaro Challenge sicurezza,

Pesaro Challenge invece?

Tutto ha inizio circa 3-4 anni fa, perché a Pesaro Challenge servivano degli steward formati e adatti a grandi eventi come che sapessero lavorare in termini di sicurezza e controllo.

Così nasce il contatto con Francesco e iniziamo a parlare del progetto Pesaro Challenge. Lo abbiamo sposato subito sia perché ci sembrava interessante sia perché coinvolgeva realtà sportive di ogni settore del territorio.

Inizialmente ci erano state richieste 5 persone, poi l’evento si è allargato e siamo arrivati a 6. 

Quest’anno ci sarà una novità però…

Si esatto, oltre alla collaborazione inerente il personale, abbiamo pensato, da quest’anno, di fare dei veri e propri corsi di sopravvivenza visto che il nostro è un territorio (anche) collinare e dunque il San Bartolo si addice per questo tipo di avventure per persone che vanno dai 18 fino ai 60 anni.

Faremo dei corsi che spiegheranno come avventurarsi in determinati percorsi, che aiuteranno a capire cosa si può fare e quando, come comportarsi se non si ha dell’acqua, strumenti, telefoni… Daremo insomma delle linee guida per le persone che vogliono affrontare questo tipo di percorso mettendo a loro disposizione un personale qualificato che viene da Roma e che fa questo tipo di attività. Inoltre, a chi si iscriverà, daremo anche una maglietta e dei gadget come ricordo per l’avventura vissuta con noi.

Pesaro Balla: 25 anni di storia e di campioni italiani raccontati da Fiorenzo Filippini

Fiorenzo Filippini, originario Mombaroccio e natio di Tavullia, assieme alla moglie Ana Ghezuroiu, porta avanti la realtà di “Pesaro Balla” in quel di Montecchio e, assieme a Pesaro Challenge, arricchisce le serate dell’evento con uno spettacolo di danza mozzafiato, proprio come accadrà anche quest’anno la sera del 2 settembre.

“Sarà un evento speciale visto che coglieremo l’occasione per festeggiare i 25 anni della nostra associazione” racconta Fiorenzo Filippini che poi ci parla anche della sua realtà.

Che storia e che realtà c’è dietro questi 25 anni?

La nostra associazione si occupa di danza sportiva a tutti i livelli e per tutte le diverse discipline, così come della danza di coppia. Viene diretta da me e da mia moglie, in uno spazio abbastanza grande (abbiamo 6 sale che vanno dai 100mq ai 250mq).

Abbiamo atleti che provengono da tutto il territorio della provincia (e qualcuno anche dalla vicina Romagna) che, con nostra grande soddisfazione, partecipano anche a competizioni nazionali e internazionali (per un totale di 20 coppie che competono ed un’età variabile dai 35 fino ai 76 anni). Siamo specializzati nelle danze sportive e di coppia ma a livello sociale trattiamo tutte le discipline. Facciamo lezioni sia collettive che su appuntamento.Attualmente abbiamo 8 coppie di campioni italiani. Un dato che ci dice che stiamo lavorando bene anche a livello agonistico oltre che sociale.

Da dove nasce questa passione?

L’ho sempre avuto fin da ragazzo anche se solo a 16 anni ho iniziato ad andare a scuola di ballo e a praticare questa disciplina in maniera professionale facendo competizioni nazionali. 

Tutto è nato grazie ad un mio amico nel 1976, mi aveva portato con lui perché si vergognava ad andare da solo a lezione e da lì non ho mai più smesso. Così ad un certo punto, quando ho capito di voler trasmettere la mia passione agli altri, ho dato vita a questa splendida realtà che porto avanti con mia moglie da più di vent’anni ormai.

Ovviamente prima c’è stato tutto un percorso formativo, anche a livello tecnico (non solo sportivo). Ho cominciato a studiare con l’associazione nazionale maestri di ballo e nel 1986 (anno nel quale ho dato il mio primo esame tecnico) e da quella volta lì ho continuato a studiare con la Scuola dello Sport del CONI fino a diventare un tecnico federale. Oltre alla scuola poi, da 13 anni, prima con il CONI, e ora con il Ministero Sport e Salute, mi occupo di danza sportiva al carcere di villa fastiggi, per danza sportiva.

Pesaro Balla Fiorenzo Filippini Pesaro Challenge,

Pesaro Challenge invece com’è arrivata alla vostra realtà?

Il rapporto nasce perché io sono presidente provinciale dell’ente di promozione sportiva del CONI e di Sport e Salute che si chiama Centro Sportivo Educativo Nazionale (C.S.E.N.). Si tratta del primo ente in Italia per maggior numero di associazioni archiviate (circa 110 comitati provinciali in tutta Italia). Così diciamo che è nata la collaborazione con Pesaro Challenge e l’ente sportivo per la divulgazione dello sport e l’inserimento dei giovani e meno giovani in questo fantastico mondo.

La collaborazione con Pesaro Balla dunque è stata una conseguenza tanto naturale quanto bella. Per noi è un’occasione di mostrarci, presentarci e fare una serata di esibizione di danza sportiva (quest’anno alla sera del 2 settembre) nel cuore della città (ovvero la Palla di Pomodoro). Oltre a ciò ci sarà anche uno stand del C.S.E.N. per dare sia informazioni a riguardo che spazio, alle nostre affiliate, per partecipare.

Già l’anno scorso è stata una bellissima serata, quest’anno aggiungiamoci anche il fatto che festeggiamo 25 anni… sarà una serata indimenticabile!

Pesaro Challenge e Pesaro Athletic Field insieme per un evento unico in Italia!

Mattia Rossi, 27anni di Pesaro, fondatore e team manager di Pesaro Athletic Field porterà, di nuovo, assieme alla sua realtà sportiva, l’atletica a Pesaro Challenge .

Quest’anno però ci sarà un evento unico in Italia, che si terrà nei giorni dell’1-2-3 settembre. A raccontarci dell’evento ma anche della sua storia e della sua esperienza in questa fantastica disciplina è lo stesso Mattia…

Pesaro Athletic Field Pesaro Challenge Mattia Rossi,

Come inizia la tua avventura nell’atletica?

“Ho intrapreso questo percorso facendo atletica nel 2010 e poi man mano mi sono appassionato alla disciplina e ho fatto le mie esperienze. Poi, nel 2017, quando Pesaro è stata capitale dello sport l’assessore Della Dora chiese se c’era qualcuno disposto a cogliere la sfida di rilanciare l’atletica pesarese. Da quei 5 che eravamo, io, l’ex atleta Valeria Fontan e Luca Tornati (attuale nostro presidente) siamo arrivati al 2019 con una 40ina di iscritti (under12) per poi decidere di renderla un’attività assoluta anche per i più grandi ed arrivare al record di 240 tesserati dell’anno scorso. 

Una gara complicata prima della svolta…

Eravamo una società nuova che mancava da 25 anni sul territorio. Mancavano i tecnici principalmente e infatti oggi siamo tutti giovani (noi che alleniamo) assieme a Valeria o a qualche insegnante di educazione fisica che viene da fuori. La grande svolta è arrivata nel 2017 con l’evento di lancio “street track race” ovvero una gara di pista però su strada così da farci vedere da tutti (anziché rinchiudersi nel classico circuito di gara) e far vedere alle persone cosa vuol dire andare ai 40 km orari (quasi). E infatti da allora hanno iniziato ad aumentare il numero degli iscritti e, di conseguenza, anche le nostre attività nei vari settori tecnici (prima era solo velocità, adesso copriamo quasi tutte e 20 le discipline dell’atletica).

 

Pesaro Athletic Field Pesaro Challenge Mattia Rossi,

Così avete visto una vetrina per l’atletica anche in Pesaro Challenge?

Esatto. L’anno scorso a Pesaro Challenge abbiamo disegnato un rettilineo a terra, facevamo fare delle gare tra blocchi e ostacoli, o usare attrezzi del gioco-bambini (come i mini giavellotti), riuscendo a portare circa la metà di discipline dell’atletica all’evento. La sera invece alcuni atleti hanno messo su le scarpe da ginnastica e hanno fatto degli sprint.

L’evento che porteremo quest’anno però sarà unico in Italia per il mondo dell’atletica, se cercate infatti non ne troverete altri di questo tipo…

Ovvero?

Pesaro Challenge ci ha lanciato la sfida e noi abbiamo deciso di accoglierla!

Riporteremo lo “Street track race” in città ma, anziché ragazzi della nazionale, abbiamo deciso di invitare società grandi per mettersi in mostra su via Nazario Sauro, in una pista affascinante, sia per chi corre che per chi guarda, a pochi passi dal mare. Sarà una gara dai 30 metri a 60 metri. L’idea è quella di trasmettere l’entusiasmo ai presenti di chi pratica l’atletica, soprattutto ai bambini, visto che è una disciplina sempre meno presente nelle scuole.

Mi immagino già un bambino che durante Pesaro challenge vede correre davanti ai suoi occhi gente che fa campionati nazionali e di poter poi partecipare anche lui, esattamente come fanno i grandi. 

Inoltre mostreremo anche le altre discipline come l’anno scorso e staremo in mezzo alle persone per fargli conoscere l’atletica oltre alla tv durante le olimpiadi. 

Pesaro Athletic Field Pesaro Challenge Mattia Rossi,

Avete uno slogan?

Ovviamente: “Pesaro Athletic fFeld dove amerai l’atletica” perché si tratta di uno sport individuale solo al momento della gara ma durante tutto ciò che precede quel momento si trovano amici che condividono la tua stessa passione. Come diceva Pietro Mennea: “Una corsia nell’atletica c’è sempre per tutti”. Ognuno qui può trovare il suo spazio e una disciplina per la quale è più portato. Puoi non essere veloce nella corsa però magari sei un fenomeno nel lancio del giavellotto o del peso (ad esempio). Inoltre imparerai che ti devi sempre divertire e non devi mai mollare. Simone Ceccarelli lo dimostra… Ha battuto Jacobs! Era 270esimo nel ranking e l’anno dopo è entrato nei top del mondo. L’Atletica è questo, ti insegna a crescere e il tuo sudore e il tuo tempo ti dicono quanto ti sei impegnato mettendoti in competizione con te stesso.. “Migliorarsi sempre” questa è la più grande lezione che ti insegna l’atletica.

Il baseball pesarese e nazionale raccontato da Paolo “Vanno” Vannini

Paolo Vannini, per tutti “Vanno”, è pesarese che ha reso possibile portare il mondo del baseball a Pesaro Challenge. Vanno è responsabile del settore giovanile del Baseball Club Pesaro, delegato regionale per la FIBS e referente scolastico per tutta la regione Marche, nonché coach della nazionale italiana di baseball 5. La sua tessera, come tecnico, nel mondo del baseball marchigiano è la numero 31, il suo primo esame risale al 1981.

Il profilo perfetto quindi per raccontarci del mondo del baseball sul nostro territorio e in Italia.

Partiamo infatti proprio da questo… qual è la situazione del baseball sul nostro territorio (locale e nazionale)?

A livello locale stiamo scontando i due anni di post pandemia come ogni altro sport. Anche se noi durante la pandemia siamo stati gli unici, assieme al tennis, che hanno potuto fare i campionati perché fino a ultimo dpcm di Draghi non eravamo considerati sport di contatto.

A livello italiano noi, come movimento del baseball, abbiamo puntato molto sulle scuole, con progetti e programmi, per coinvolgere i ragazzi (magari in modo semplificato per far comprendere intanto l’etica del gioco). 

A livello regionale, reduci dal torneo delle regioni della settimana scorsa, le società lavorano bene, stiamo però soffrendo il gap generazionale e la poca visibilità. 

C’è da dire però che finalmente il baseball è tornato nei campionati studenteschi. Due settimane fa infatti si sono svolti i giochi studenteschi (anche se in quel caso si è trattato di baseball 5, B5). 

Purtroppo soffriamo della mancanza di visibilità. Ci basiamo su Fibs Channel TV, un canale youtube gestito dalla federazione, ma non abbiamo spazio su sky o altre tv private se non quando si parla di macro eventi e su questo aspetto la Federazione è impegnata per migliorare la visibilità della disciplina. 

Anche perché a livello europeo, per dire, l’under 12 (quindi i 2011-2012 di oggi) è stata per 6 anni consecutivi  campione d’Europa. Quindi è un movimento che sta iniziando ad avere radici solide che sarebbe giusto mostrare e valorizzare il più possibile.

A te invece? Com’è nata questa passione?

Per curiosità. Quando avevo 12 anni, volevo prendere in giro mio fratello che ci stava giocando. Io all’epoca facevo judo e un giorno portarono il baseball a scuola, così ho iniziato a praticarlo e sono finito con il dividermi tra i due sport: judo d’inverno e baseball in primavera. Poi alla fine è diventata la mia passione principale, ho fatto tutto in questo mondo: giocatore, allenatore e dirigente. Come presidente del Baseball Club Pesaro sono anche riuscito a portare 4 partite del campionato del mondo qui in città nel 1988 ed è stato un fatto, perché mai una società di serie C in Italia ha ospitato un simile evento. Tutto ciò è stato fondamentale per “rivitalizzare” il movimento del Baseball Pesarese con il rifacimento del campo alle 5 torri portandolo a norma internazionale anche se poi, dal 1988 ad oggi non è stato più toccato ed ora, con il comune di Pesaro e i fondi del Pnrr prende nuovamente vita con un ammodernamento. Di fatto si realizza una vera e propria cittadella dello sport con la dominante del  Baseball.

Anche perché attualmente la squadra milita in serie C in testa alla classifica con giocatori tutti “made in Pesaro” frutto del nostro vivaio. Quindi riteniamo sia importante dar valore ad una passione che nasce, cresce e si sviluppa sul nostro territorio.

E a Pesaro Challenge come ci siete arrivati?

Beh siamo arrivati prima ancora che si chiamasse Pesaro Challenge. All’epoca era ancora “attacco al centro”, parliamo del 2017. Il buon Francesco Troiani aveva avuto questa bellissima idea di portare lo sport in piazza del popolo… tutti gli sport! E quindi anche noi. Così abbiamo portato un “tunnel pneumatico” dove far provare le battute di baseball ai ragazzi. 

Voglio dare un gran merito a Francesco, è stato davvero lungimirante. Ha dato vita ad un evento che mostra alla città il 99,99% delle offerte sportive del nostro territorio ed è quello di cui i più piccoli hanno bisogno oggi, ovvero della multisportività. A Pesaro Challenge possono conoscere tutti gli sport, anche quelli “di nicchia” e praticarli tutti, anche perché alcuni possono essere frequentati contemporaneamente, come facevo io alternando Judo e Baseball ai miei tempi.  Lo dico spesso ai genitori che per me va bene anche vedere il ragazzo allenarsi una sola volta a settimana se durante l’anno pratica un altro sport, tanto il nostro campionato inizia dopo Pasqua (quando solitamente gli altri finiscono). 

Novità per quest’anno all’evento?

Ho proposto a Francesco di fare un torneo solo per gli studenti durante Pesaro Challenge. Un torneo di baseball 5. Ogni squadra ha 8 giocatori (4 femmine e 4 maschi), di cui 5 in campo dove 2 devono essere dello stesso sesso. Il campo è più piccolo di un normale campo da baseball (si parla infatti di un 20mx20m), il gioco è più rapido, risulta molto inclusivo e una partita dura 15-20 minuti al massimo (mentre il Baseball ha tempi decisamente più lunghi). Cosa importante è che il Baseball 5 “lo puoi giocare ovunque”. L’idea sarebbe quella un torneo che possa coinvolgere tutti, bambini, adulti, anziani… vogliamo che giochino tutti con noi, anche gli spettatori. Così potranno comprendere quanto questo sport sia bello e divertente.