Victoria Libertas a Pesaro Challenge, dalla storia al settore giovanile: l’importanza dei giovani e dello sport

La società di basket che ogni pesarese (e non solo) ama, sarà a Pesaro Challenge! Parliamo ovviamente della Victoria Libertas!

A raccontarci di questa fantastica realtà, e soprattutto del movimento giovanile della VL, è un dirigente che, da giocatore, ha fatto la storia di questa società, ovvero Walter Magnifico.

Il tuo percorso lo conosceranno già tutti, però vorremmo ripercorrerlo con te. Come inizia la tua avventura alla VL e soprattutto… dove arriva?

Ho abbracciato questa società la prima volta nel settembre del 1980, dopo 1 anno passato alla Fortitudo Bologna. Sono arrivato qui che avevo 18 anni e ci sono rimasto per 16 consecutivi, avendo la fortuna di vivere quelli che forse sono gli anni più belli di questa società visti i tanti traguardi che abbiamo raggiunto tra scudetti e coppe. Poi sono andato un anno alla Virtus Bologna, l’anno dopo alla Virtus Roma e infine sono tornato a Pesaro dove ho chiuso la mia carriera giocando gli ultimi 3 anni da giocatore. Nei due anni successivi al mio ritiro ho fatto parte dello staff dirigenziale della VL, poi mi sono dedicato unicamente alla mia Società la Real Basket con attività a livello giovanile, per riportarmi ad oggi al fianco del mio amico e presidente Ario Costa, con lo scopo comune di ridare la giusta gloria a questa società e questi colori.

Victoria Libertas Pesaro Challenge,

Quando si parla di VL è giusto però soffermarsi anche sui settori giovanili visto che, anche i vostri giovani, sono da sempre molto attenzionati.

Si esatto, la VL ha sempre avuto una grandissima attenzione per il settore giovanile, sin dai tempi di Franco Bertini (parliamo degli anni ‘50). Già a quei tempi la VL vinceva scudetti juniores e cadetti che hanno permesso a generazioni e generazioni di creare l’amore che la città vive oggi per questa società. Oltre ai giovani poi, dal settore giovanile, sono passati anche tanti allenatori che dall’’allenare i nostri ragazzi sono poi approdati in serie A. 

Con il Presidente Ario Costa continuiamo con la stesso principio. Il lavoro tecnico e fisico individuale e di squadra è svolto da uno staff di prim’ordine e ha portato lo scorso anno a giocare con la nostra Under 19 guidata da Giovanni Luminati una stagione incredibile con vittoria della Next Gen Cup, quarto posto alle Finali Nazionali di categoria e promozione in serie C.

Come si costruisce questa forza giovanile?

Oltre a rivolgere grande attenzione ai nostri ragazzi di Pesaro e dintorni facciamo un reclutamento molto mirato. Si punta al massimo ad ospitare al massimo 4-5 ragazzi  provenienti da tutto il territorio nazionale e a programmare con loro un percorso di crescita importante.

A dimostrazione dell’importanza che diamo ai giovani… quest’anno parteciperemo ai campionati di eccellenza con le categorie under 19, 17 e 15.

Come arriva invece la VL a Pesaro Challenge? 

Io conosco Francesco Troiani (uno degli organizzatori) ormai da anni e avevamo già partecipato anche ad edizioni precedenti. Ritengo Pesaro Challenge una manifestazione riuscitissima, perfettamente organizzata e di grande interesse. Permette di partecipare a tutte le realtà sportive cittadine dando così modo ai ragazzi di incuriosirsi e provare discipline non così considerate da loro all’inizio. 

Io quindi, essendo uno sportivo a tutto tondo, invito i bambini non a giocare a basket ma a fare sport qualsiasi esso sia.

Per noi come VL, poter partecipare a questa manifestazione che coinvolge tutto il mondo cittadino sportivo, è un piacere e un onore. 

Ovviamente, non avendo settore di mini basket, parteciperemo appoggiandoci a tutte le società con cui collaboriamo. 

Allestiremo 2 campi (chiaramente non regolamentari, poiché più piccoli e con canestri da mini-basket) e poi, con istruttori nostri e delle società, realizzeremo dei piccoli tornei e delle piccole gare. 

Ci sarà la possibilità anche per i più grandi, non solo per i bambini, di provare esercizi di passaggio o di tiro.

In generale però l’invito è quello di vivere più discipline possibili per poter poi sceglierne una da portare avanti in futuro, perché per amare uno sport bisogna praticarlo e questa è la grande opportunità che offre Pesaro Challenge.

Vis Pesaro a Pesaro Challenge, Amadori e la Vis di oggi: tra serie C, femminile e giovani

Anche la Vis Pesaro sarà a Pesaro Challenge. Non poteva infatti mancare una società simbolo della città, come quella biancorossa, ad una manifestazione che promuove lo sport del territorio e non solo. Così abbiamo deciso di intervistare Guerrino Amadori, dirigente della Vis per approfondire con lui la società calcistica principale della città (sia di ieri che di oggi) con uno sguardo rivolto a quello che è il mondo del settore giovanile.

Vis Pesaro, Pesaro Challenge,

Si può dire che quando parliamo di te, si parla di un pezzo di storia della Vis Pesaro?

Si, potremmo dire così. Alla fine faccio parte di questa realtà da quando avevo 17 anni. Prima come allenatore del settore giovanile e poi come dirigente e contando che ora ho 66 anni… direi che di tempo in questa società ne ho passato.

Una caratteristica che porto con me da sempre è quella di riconoscere tutti i bambini che ho allenato, magari non ricordo il nome, però quando li ritrovo davanti riconosco i loro volti e per me è un orgoglio che loro si ricordino il mio. 

In tutto questo tempo, oltre ai giovani, sono cambiate anche le società. Che Vis è quella di oggi?

Totalmente diversa dalla precedente, c’è un abisso tra la vecchia e la nuova Vis Pesaro. Io di presidenti ne ho conosciuti e quasi sempre erano persone che gestivano la società senza passione a differenza del presidente attuale. 

Si facevano i conti per arrivare a fine stagione anziché progetti su come crescere.  

Da quando c’è il presidente Bosco invece la storia è diversa. Più che mettere soldi lui sta piantando radici per costruire un albero che ci porti (almeno) alla Serie B. Sta investendo tantissimo, magari ci vorranno anni, ma lui vuole davvero realizzare il sogno di tutti i pesaresi. L’esempio del Centro Sportivo dimostra tutto ciò, così come la volontà di creare professionisti all’interno della Vis stessa (sia maschile che femminile).

Vis Pesaro, Pesaro Challenge,

La Vis Pesaro infatti, anche sotto l’aspetto del calcio femminile, sta crescendo tantissimo…

Si. Bosco non ha creato una Vis che apre al femminile dall’under12 fino alla prima squadra. Una realtà che ha vinto il campionato dilettanti e che ora è in serie C, che vanta anche una Coppa Marche e un campionato under17.

Attenzione che si allarga anche ai giovani e che vi porta a Pesaro Challenge

Esatto. Non potevamo mancare ad un appuntamento come questo dove lo sport e i giovani rappresentano la mission della manifestazione. Come Vis Pesaro dunque ci tenevamo ad essere presenti per permettere ai ragazzi di vivere con noi i colori biancorossi attraverso diverse iniziative e dimostrazioni che permetteranno loro di mettersi in gioco con la Vis a Pesaro Challenge.

Decathlon a Pesaro Challenge: tra aree multisport e Sport Days

Poter associare il logo di Decathlon a Pesaro Challenge è per noi una grandissima soddisfazione oltre che motivo d’orgoglio. Quando parliamo di Decathlon infatti stiamo parlando di una delle più grandi realtà sportive (d’abbigliamento, attrezzatura e sostegno allo sport) presenti sul territorio nazionale e mondiale e che infatti, sosterrà Pesaro Challenge, non soltanto con stand ed aree dedicate allo sport ma anche con uno Sport Days, portando così Pesaro Challenge all’interno di quel circuito nazionale di eventi sportivi a tema che Decatlhon promuove in tutta Italia.

Per questo abbiamo deciso di intervistare Mattia Russo, B2B leader della regione Marche per Decathlon Italia, che ci racconta della mission di questa fantastica realtà e delle iniziative che porteranno a Pesaro Challenge.

Quando si parla di Decathlon spesso le persone potrebbero pensare ad un negozio di abbigliamento sportivo, ma dietro la vostra realtà c’è tanto altro…

Si esatto. Decathlon è un distributore e produttore di articoli sportivi. Circa l’80% dei marchi presenti nei nostri store (che solo in Italia superano i 140 negozi), sono di proprietà. Ma la realtà di Decathlon, che nasce negli anni ‘70 e che arriva in Italia esattamente 30 anni fa rappresenta ben altro. La nostra mission principale infatti è MOVE PEOPLE THROUGH THE WONDER OF SPORT e non soltanto fornendo loro l’abbigliamento o gli strumenti necessari per farlo. Infatti, tra le tante divisioni, la B2B si occupa in particolar modo di creare partnership con associazioni sportive, scuole, pubbliche amministrazioni e aziende con lo scopo di avvicinare le persone allo sport, aumentando (attraverso servizi, beni, progetti ed eventi) l’indice di sportività e il numero delle persone che si avvicinano al mondo dello sport per poi praticarlo.

Diciamo che nel mondo sportivo rappresentiamo la realtà commerciale che però cammina di pari passo con quelle sportive in una sinergia che vede entrambe protagoniste nel mondo dello sport.

All’interno di questo discorso quindi rientra anche Pesaro Challenge…

Esattamente. A Pesaro Challenge infatti saremo presenti, nello spazio retrostante la Palla di Pomodoro, con un campo multisport gonfiabile ed alcune postazioni che daranno la possibilità, alle persone in visita quei giorni, di praticare diverse attività sportive. Dunque all’insegna di quella che è la nostra mission. 

A ciò poi si aggiunge anche un’altra iniziativa che rientra all’interno degli SPORT DAYS, ovvero una serie di eventi tematici che Decathlon organizza su tutto il territorio nazionale, e che a Pesaro Challenge sarà rappresentata da un evento di Walking con Plogging, ovvero una camminata che farà bene tanto alle persone in termini sportivi quando al territorio visto che il Plogging prevede la raccolta dei rifiuti durante l’attività sportiva.

Stai parlando di Decathlon come un vero appassionato, viene spontaneo quindi chiederti come sei entrato a far parte di questa realtà…

Parlo da appassionato perché sono un appassionato. Mi sono avvicinato a Decathlon perchè in primis io sono uno sportivo, pratico running, mountain bike, snowboard, skate e tanti altri sport. Così nel 2005 è stato quasi naturale avvicinarmi a quest’azienda. Inizialmente si trattava semplicemente di aprire uno store in Campania poi, con il passare degli anni, ho continuato il mio percorso di crescita all’interno di Decathlon poiché ne condivido il senso d’impresa e, scusate il gioco di parole, mi appassiona appassionare le persone allo sport. Fino a che, nel 2020, quando è nata la divisione B2B, ho iniziato a ricoprire il ruolo che ricopro oggi.

Di tutti questi anni passati in Decathlon c’è qualche ricordo o iniziativa che porti maggiormente con te?

Sicuramente ciò che porto con me di questa realtà è soprattutto la sua filosofia dello stare insieme e del favorire la pratica sportiva anche tra i propri dipendenti. Ad esempio mi diverte tantissimo partecipare agli eventi che vedono coinvolti noi dipendenti con i nostri clienti sportivi nel praticare sport.

Un’altra cosa bellissima è invece, secondo me, la Fondazione di Decathlon, che ha come scopo quello di avvicinare chi non ne avrebbe le possibilità al mondo dello sport e quindi ha come mission quello di rendere lo sport praticabile e accessibile a tutti. Infatti opera lì dove ci sono situazioni difficili o di disagio (su diversi livelli). Io ad esempio, ho avuto la fortuna di partecipare a tanti di questi progetti tra cui, per citarne una tipologia di quelli che mi sono rimasti nel cuore, gli eventi che ci hanno permesso di portare lo sport nelle carceri.

In conclusione c’è una frase con cui vorresti salutare i lettori? Un invito allo sport o un augurio…

La meraviglia è in grado di connetterci con situazioni inaspettate o nuove, lasciatevi meravigliare dallo Sport!

Sport Village a Pesaro Challenge: per uno sport al centro del villaggio!

A Pesaro Challenge lo sport è al centro del villaggio, non poteva quindi mancare Sport Village, società sportiva made in Pesaro che si occupa di attività sia per bambini che adulti e che offre un servizio a 360° per tutte le attività: scuola di nuoto, campo estivo e neonatale, corsi posturali in acqua e a terra (sia per giovani che per adulti), o corsi di fitness, wellness, palestra e tanto altro ancora.

Non a caso la loro realtà, attiva dal 2013, è frequentata da circa 5000 persone durante l’anno.

sport village pesaro challenge,

Anche se Sport Village non è solo piscina, si può dire che è il vostro marchio di fabbrica?

Certamente, la piscina infatti c’è sempre stata. La differenza però tra la passata gestione e quella attuale è che prima per tutti eravamo “la piscina del Parco della Pace”, oggi invece grazie alle 4 palestre presenti e ai tanti corsi che abbiamo attivato, ci presentiamo come una realtà storica che offre un servizio completo e tantissime scelte sportive.

Inoltre abbiamo lavorato anche sulla piscina stessa e su come veniva concepita dall’esterno. Prima era vista come adatta solo per nuotatori, la nostra prima mission è stata quindi quella di renderla fruibile da tutti.

sport village pesaro challenge,

Nonostante questo cambiamento però rimane comunque la possibilità di fare nuoto a livello agonistico?

Certamente. A livello agonistico infatti abbiamo 2 settori: quello sincronizzato che conta circa 100 atlete prevalentemente delle categorie giovanili, dove la nostra punta di diamante Bisi Valentina, attualmente è sotto i riflettori dei tecnici della nazionale, avendo vinto già varie medaglie e campionati italiani. A lei si aggiunge, tra le varie categorie (per un totale di circa 180 atleti) anche Alessandro Ragaini, che ha ottenuto 2 medaglie agli europei juniores di belgrado: l’argento nei 200 metri e nei 400 metri stile libero, e l’ora invece con la staffetta 4×200 metri stile libero.

A ciò si aggiunge l’altro settore dei nostri ragazzi speciali, che quest’anno hanno partecipato anche ai campionati italiani con buoni piazzamenti, nel generale infatti risultiamo tra le prime 15 società d’Italia.

Pesaro Challenge come si colloca dunque nella vostra realtà?

Promuovendo attività sportive sia per bambini che per adulti non potevamo mancare a questa manifestazione. Anche perché la filosofia dell’evento di promuovere lo sport al suo stato più puro all’insegna dell’aggregazione ci è piaciuta tantissimo. Ovviamente in questo caso non possiamo portare le nostre piscine all’evento, però proporremmo attività motorie per bambini e corsi per adulti, così che tutti possano mettersi in gioco indipendentemente dall’età.

Il campione mondiale di Kickboxing Jordan Valdinocci a Pesaro Challenge: “Spendetevi per le vostre passioni e credete in ciò che amate!”

Tra i tanti ospiti illustri che saranno presenti a Pesaro Challenge non poteva mancare il campione mondiale di KickBoxing che ci ha accompagnato sin dai primi anni della nostra manifestazione. Avete capito di chi stiamo parlando? Ebbene sì, del pesarese Jordan Valdinocci, che ha vinto il titolo mondiale ISKA il 25 marzo 2023 e che nella sua bacheca dal 2021 detiene un altro titolo mondiale, ovvero il WKU, entrambi vinti nella categoria dei 67 kg. Questi sono solo i due più recenti visto che Jordan Valdinocci nel suo curriculum sportivo ne vanta tantissimi altri, soltanto restando in Italia potremmo parlare dei 3 titoli italiani vinti (tanto per citarne alcuni).

Jordan però non è soltanto un atleta di kickboxing ma anche un allenatore, sia nella sua palestra a Pesaro (ovvero la Fight House) che a livello internazionale per quanto riguarda la MMA, che lo ha portato ad essere il primo allenatore italiano all’angolo della UFC negli USA.

A tutto ciò si aggiungono i suoi rapporti con manager statunitensi che muovono atleti in tutto il mondo ed i suoi seminari pratici che lo portano in giro per il globo tra Stati Uniti, Colombia, Messico, Germania, Repubblica Domenica e, anche a casa nostra, in Italia.

Facciamoci però raccontare da lui come nasce questa passione che lo ha reso il campione mondiale che tutti conoscono oggi.

Che cosa ti ha spinto verso questa disciplina e quando hai iniziato?

Ho iniziato molto presto, intorno ai 5-6 anni infatti mi sono affacciato per la prima volta agli sport di combattimento. L’ho fatto stimolato dai cartoni animati come Dragon Ball o da superuomini come Bruce Lee. Volevo essere come loro e così ho iniziato a praticare Kung Fu, vincendo anche dei titoli nazionali ma smettendo all’età di 11 anni per darmi, da buon pesarese, al basket. Ho ripreso poi a praticare sport di combattimento attirato dall’autodifesa all’età di 19-20 anni  e quando ho ripreso non mi sarei mai aspettato questo futuro. Non avevo minimamente in testa di farne un lavoro e infatti studiavo all’università. Ma sia da bambino che da 19enne sono sempre stato una persona competitiva e così ho iniziato a fare i primi combattimenti, poi le prime vittorie e alla fine sono finito ad affrontare atleti che fino a qualche anno prima vedevo in TV.

Così hai capito che la tua passione poteva diventare il tuo lavoro?

In realtà ci sono state molte avvisaglie. A partire dal lavoro che facevo. La laurea non mi aveva portato qualcosa che mi piaceva fare, allo stesso tempo più mi avvicinavo al professionismo e più nell’ambiente mi veniva riconosciuto una sorta di talento, poiché raggiungevo traguardi più velocemente del normale. A ciò si aggiunge il fatto che a Pesaro gli sport di combattimento iniziavano ad attirare sempre più persone e così ho iniziato a guadagnare facendo i miei primi corsi (cosa che poi darà vita alla mia scuola, la Fight House).  A quel punto allora ho deciso di mollare tutto e di dedicarmi alla mia passione per questo sport rendendola un vero e proprio lavoro.

Jordan Valdinocci Pesaro Challenge,

Presa questa decisione sei poi arrivato a vincere un titolo mondiale, cos’hai provato?

La sensazione del primo titolo mondiale, quello del 2021, è indescrivibile. Non soltanto per la soddisfazione sportiva ma per tutto ciò che vivevo, come tanti altri, in quel momento. Venivamo dalla pandemia e ciò voleva dire che per prepararsi ad un incontro simile in Italia ci si doveva allenare con tutte le restrizioni del caso. Fare una dieta rigida tra i vari lockdown, tenersi in forma e allenarsi in palestre fredde perché di base erano chiuse, il pensiero fisso che potesse saltare tutto da un momento all’altro, i costanti tamponi a cui ero sottoposto un giorno dopo l’altro e soprattutto dover sfidare l’atleta detentore in casa sua, a Monaco, che oltre ad essere il figlio dell’organizzatore dell’evento aveva la possibilità di allenarsi al meglio e con uno staff di professionisti (perché in Germania le regole erano diverse). Nonostante ciò alla fine ho vinto io ed è stato fantastico!

Di tutti questi anni all’interno di questo mondo c’è qualche aneddoto o qualcosa in particolare che porti con te?

Di aneddoti ce ne sono a bizzeffe, visto che parlavamo del primo mondiale vinto a questo punto aggiungerei che l’ho vinto con un braccio rotto a metà incontro (e me ne sono accorto soltanto dopo). Per quanto riguarda qualcosa in particolare che porto con me sono soprattutto le opportunità che questo sport ti regala a certi livelli. Grazie alla mia professione infatti ho la possibilità di girare il mondo e di conoscere culture di ogni genere. Dai grandi manager degli Stati Uniti fino agli atleti di strada del Sudamerica.

Jordan Valdinocci Pesaro Challenge,

Pesaro Challenge invece come si inserisce nel tuo percorso?

Beh tutto nasce da una conoscenza che ho con gli organizzatori e, tra una parola e l’altra, alla fine ho sempre partecipato alle varie edizioni di questa manifestazione. Quest’anno inoltre saremo presenti sia io che i miei ragazzi con una sorta di dimostrazione, praticamente faremo un allenamento all’aperto.

Per concludere l’intervista… c’è un messaggio che vuoi mandare ad atleti e non solo?

Il messaggio che vorrei mandare non è solo per chi pratica il mio sport o per atleti ma è per tutti: spendetevi fino in fondo per le vostre passioni e credeteci fino alla fine. In questo mondo ti consigliano e ti dicono sempre cos’è meglio fare per te mentre invece bisogna seguire ciò che si ama. Per me questa è la chiave di tutto, soprattutto per la felicità. 

Caraci Sicily Food porta la Sicilia a Pesaro Challenge: “Con il vero pistacchio di Bronte!”

Pesaro Challenge è un evento sportivo dove però non può mancare il gusto! Per questo ci siamo affidati a degli specialisti, ovvero Caraci Sicily Food di Carmelo Caraci.

Volete sapere la loro specialità? Facciamo così… vi diamo un indizio: sono un’azienda siciliana di Bronte.

Avete indovinato? 

Ebbene si! Caraci porterà a Pesaro Challenge il VERO pistacchio di Bronte in tutte le sue forme: dal pesto alla crema dolce, passando per il gelato, la farina, pistacchio sgusciato e pasticceria. 

Facciamoci però raccontare da Carmelo la sua gustosissima azienda!

Caraci Sicily Food Pesaro Challenge,

Abbiamo parlato dei vostri prodotti, ma come nasce la Caraci Sicily Food? 

L’impresa nasce da una mia idea nel 2018, anche se ha preso spunto dalle persone. Io infatti nasco come animatore turistico con un’azienda di oltre 25 dipendenti con filiali in tutta Italia. Così, ogni volta che operavamo in trasferta e qualcuno veniva a sapere che eravamo di Bronte ci chiedevano se avevamo portato il pistacchio. E alla fine da quella battuta fatta per gioco ha preso vita l’azienda Caraci Sicily Food.

Un’azienda che però non lavora solo nelle fiere, anzi… il vostro mercato online vi ha fatto conoscere il tutto il mondo, vero?

Si, inizialmente era un progetto orientato per un mercato fieristico e del porta a porta, poi però la pandemia ci ha portato a capire che il pistacchio poteva avere un mercato enorme nel mondo online e così abbiamo iniziato a lavorare tramite web (mantenendo comunque in contemporanea la tradizione fieristica). Una scelta di mercato che, a differenza degli inizi, ci ha portato ad avere la capacità di spedire in tutto il mondo entro 48 ore dall’ordine e di far conoscere il nostro marchio a livello internazionale. 

Il marchio di Bronte ci permette di lavorare con un prodotto di altissima qualità e ben noto al mondo. Ovviamente però Bronte non può produrre pistacchio per un intero pianeta, infatti promuoviamo anche altre tipologie come quello greco, turco, ecc… 

Le fiere però sono sempre le fiere… è da qui che nasce il rapporto con Pesaro Challenge?

Esatto, abbiamo conosciuto i promotori di Pesaro Challenge ad una fiera a Padova e da lì sono partiti i primi contatti. L’anno scorso non siamo riusciti ad esserci fisicamente, bensì solo con dei prodotti che sono stati dati a tutti i partecipanti. Quest’anno invece verremo di persona per portare la Sicilia anche a Pesaro.

Il mercato online è sicuramente un’opportunità ma la bellezza delle fiere ha sempre il suo fascino. Lì può parlare con la signora Maria, per dire un nome a caso, e farle assaggiare il tuo prodotto. Così come invece puoi incontrare il buyer di turno o il pasticciere locale. In questo caso c’è un contatto fisico, visivo, e ti rendi conto di quanto sia importante, ma anche bello, metterci la faccia nel presentare e proporre il tuo prodotto.

Ed è quello che faremo l’1-2-3 settembre proponendo a chi verrà a Pesaro Challenge il pistacchio in ogni sua varietà: dal gelato al caffe, passando per crepes, e così via.

Non vediamo l’ora… e speriamo di avervi già messo l’acquolina in bocca!

One Way Up: torna l’arrampicata a Pesaro Challenge dopo il grande successo dell’anno scorso!

One Way Up sarà presente anche quest’anno a Pesaro Challenge per l’evento dell’1-2-3 settembre con un’iniziativa che porterà, come sempre, l’arrampicata tra i pesaresi.

Abbiamo così intervistato il presidente di questa giovane realtà, che nasce nel 2016, ovvero Diego Cardinali, per raccontarci un pò della loro storia ed esperienza sportiva…

One Way Up arrampicata Pesaro Challenge,

Siete una realtà giovane ma che conta già tantissimi iscritti. Ci racconti un pò la vostra sotria?

One Way Up è una palestra che nasce circa 7 anni fa, dalla volontà di un gruppo di ragazzi arrampicatori e che attualmente si trova presso il centro sportivo Smash e dov’è possibile praticare il boulder avendo 380mq di pannellature proprio per questa specialità da praticare, visti i materassi, senza imbragatura oppure esercitarsi con la corda o lo speedrun, altre due specialità dell’arrampicata. A tutto ciò si aggiunge anche una parete esterna dove praticare questa disciplina e, nel parco, una versione per provare questo sport adatta ai più piccolini.

Attualmente contiamo circa 90 bambini che frequentano i nostri corsi al pomeriggio e alla sera mentre, per gli adulti, siamo intorno alle 150 persone che provengono da tutta la provincia poiché strutture come la nostra non sono molto presenti in quanto difficili da costruire. Inoltre, nel nostro caso, abbiamo anche diversi allenatore della FASI e la palestra è affiliata al CONI, per cui si può praticare questa disciplina a livello agonistico sia da bambini, ragazzi o adulti.

Adulti e bambini, l’arrampicata è uno sport adatto a tutti: quali sono le linee guida da seguire per chi vuole intraprendere questa disciplina?

L’arrampicata è una sfida con se stessi che tiene allenato corpo e mente e che punta a portarti oltre con le proprie capacità.

Si tratta di uno sport che difficilmente si pratica come “fai da te”, per questo le persone che desiderano praticare questo sport vengono prima affiancate da un istruttore che li introduce magari con una prova affiancata e poi, da lì, se c’è la voglia e la passione si prosegue insieme. 

Spesso sono i bambini quelli che si emozionano e si divertono di più, per un adulto invece magari può essere più complicato. Si tratta di uno sport dove la tecnica è importantissima e quindi una persona poco allenata magari, dopo una breve prova, può risentire di alcuni dolori perché non ha nozioni di forza o di posizionamento adatte a praticare questa disciplina. Con i bambini invece è diverso, loro pensano solo a quanto si stanno divertendo.

Di tutti questi anni passati in questa realtà c’è un ricordo che porti particolarmente con te?

Un evento che ci ha resi molto orgogliosi è sicuramente quello di qualche anno fa quando, tramite l’arrampicata, siamo riusciti a realizzare un evento con una società delle Marche che si occupa di persone non vedenti ed è stato molto emozionante far arrampicare un gruppo di ragazzi giovani non vedenti, soprattutto per la grande volontà che ci hanno messo. A livello umano penso sia il traguardo più grande, anche per questo portiamo avanti diverse iniziative a livello sociale.

Con Pesaro Challenge invece? Come nasce il rapporto e che cosa porterete all’evento?

Ormai conosciamo Pesaro Challenge già da qualche anno. Io poi collaboro nel mondo degli eventi, quindi sono anche molto attento a questo tipo di manifestazioni.

Inoltre, visto il grande successo che abbiamo riscontrato l’anno scorso, dovevamo riproporci anche quest’anno.

Ci sarà una parete con nuovi itinerari di Arrampicata (vie). Ne proporremo alcuni in più così da garantire un maggior divertimento.

L’anno scorso volevano provarla tantissimi bambini e quindi abbiamo deciso di proporre loro ancora più percorsi per permettere a tutti di divertirsi con noi.  Perché alla fine la cosa più bella in un evento dove porti la tua realtà è proprio questa… vedere tanti bambini radunarsi curiosi e felici è qualcosa che ci ha riempito il cuore.

Circolo Tennis Baratoff, scuola “Tennis Life”: “Da mini player a top player”

La scuola “Tennis Life” che opera all’interno del Circolo Tennis Baratoff e che sarà presente a Pesaro Challenge l’1-2-3 settembre, è una prestigiosa realtà sportiva del nostro territorio classificata come “top school”, ovvero il massimo livello per una scuola di tennis italiana. 

Si tratta di una realtà sportiva frequentata da centinaia di ragazzi e di ragazze di tutte le età. Non a caso il loro motto “da mini player a top player” indica sia l’età (che può variare dai 4-5 anni fino ai 20) sia il livello di gioco. Passando di fatto da quella che è una pratica ludica-promozionale fino a quella del professionismo.

La scuola, per garantire al meglio la formazione dei suoi atleti, dispone di uno staff composto di professionisti in grado di assolvere ad ogni tipo di esigenza dei ragazzi, dalle problematiche riguardanti la concentrazione a quelle fisiche, tecniche e tattiche.

Di fatto all’interno dello staff vi sono figure come quelle di Luca Pavoni e Francesco Sani che sono due tecnici internazionali, ma anche due istruttori di secondo grado, tre istruttori di primo grado che operano costantemente nella scuola, un preparatore mentale, tre preparatori fisici e un educatore alimentare.

Una completezza che dunque permette di formare i ragazzi sia come atleti che come persone.

Oltre a ciò la scuola garantisce tutta l’attività ai ragazzi-atleti a partire dagli under 10 fino ad arrivare alla serie A, competizione nella quale la scuola ha una squadra sia femminile che maschile.

A testimonianza dei grandi risultati sportivi e professionali, tra i tanti nomi, si potrebbe citare Luca Nardi, atleta di livello internazionale che rappresenta un pò il percorso che il loro motto vuole indicare. Partito con la scuola sin dal mini tennis e poi cresciuto all’interno del circolo stesso. Una figura che può essere quindi sicuramente un punto d’ispirazione per chi, come lui, sta percorrendo (o vuole percorrere) questo cammino.

Tornando all’evento di Pesaro Challenge, questo sarà il secondo anno di partecipazione alla manifestazione da parte della scuola che si inserisce come secondo sport con più tesserati in Italia e che sarà a disposizione per far provare e dare informazioni sull’attività della scuola tennis e le strutture del TC Baratoff di Pesaro

Lo Sport Park arriva a Pesaro Challenge con una pista da Bowling adatta a tutti!

Tre le realtà che partecipano e sostengono Pesaro Challenge, non poteva mancare quella dello Sport Park di Fano, una struttura che, sia di ambito sportivo che ricreativo, opera da 29 anni nel nostro territorio e che in tantissimi conosceranno già.

Se una delle qualità di Pesaro Challenge è la sua estensione, viaggiando dalla Palla di Pomodoro fino a Baia Flaminia, lo stesso si può dire dello Sport Park che vanta un’area di 6000mq al cui interno si possono provare tantissime esperienze sportive e non solo: dal bowling al minigolf, passando per il biliardo, il ping pong, la sala giochi, il pattinaggio, il calcetto, i playground per i più piccoli, l’area ristoro con tanto di pizzeria e il parco con giochi gratuiti. Una struttura così grande che necessita la cooperazione di diverse aziende per occuparsi a tutto tondo dell’accoglienza dei propri clienti.

Doveroso quindi farci raccontare da Marco Raganini, direttore del comparto bowling, della sua realtà…

Tutti conoscono lo Sport Park in provincia, ma in pochi forse sanno com’è nato…

Si può dire che è un progetto figlio di una tradizione. Io e la mia famiglia gestivamo già un locale analogo a Rimini, poi circa 29 anni fa, con nostro socio storico, abbiamo avuto l’idea di realizzare quello che oggi è lo Sport Park. 

Volevamo però distanziarci dal riminese e così ci siamo messi a cercare più a Sud. Inizialmente pensavamo a Pesaro poi però abbiamo trovato a Fano questo lotto di terreni che era perfetto come location. Vicino al centro, al mare e alla stazione nonché alla superstrada che ci collega ad Urbino ed il resto dell’entroterra e, siccome la zona era adibita ad uso sportivo, abbiamo deciso di combinare lo sport con il divertimento (bowling, biliardo, calcetto, ecc…).

Sarò onesto… forse abbiamo un pò esagerato con le metrature perché è una realtà sproporzionata a quella del flusso fanese, fortunatamente nel tempo siamo riusciti a connetterci bene con l’entroterra.

Sport Park Pesaro Challenge,

Si può dire che lo Sport Park è la tua storia, hai iniziato da giovanissimo… di tutti questi anni c’è qualche ricordo che porti con te in particolare?

In trent’anni di attività sono davvero tanti i ricordi che mi fa piacere tenere a mente. Sicuramente tra tutti c’è il giorno dell’inaugurazione. Avevo 21 anni e mi stavo cimentando davvero in una grande avventura.

Dei progetti invece vorrei citare quello che portiamo avanti da ormai vent’anni con le scuole e che quest’anno ha coinvolto oltre 4000 studenti. Siamo riusciti a portare allo Sport Park ragazze e ragazzi da tutta la provincia per cimentarsi con il bowling in maniera gratuita e competitiva, un percorso nel quale è stato possibile far scoprire i valori sportivi e sociali della disciplina, dove ognuno ha rappresentato la propria scuola all’interno della manifestazione per una sorta di “campionato studentesco”. 

Vorrei però parlare anche di alcuni periodi bui, perché i ricordi non sono tutti rosei. Su tutti sicuramente gli anni della crisi del 2010-2011 e quelli della pandemia. Quando hai una struttura così grande i costi si fanno sentire anche se rimane chiusa, fortunatamente però dopo una crisi c’è sempre un buon momento. 

Sport Park Pesaro Challenge,

Con Pesaro Challenge invece? Com’è nato il rapporto e che cosa porterete all’evento di quest’anno?

Tutto è iniziato l’anno scorso, una volta usciti dalla pandemia. L’organizzazione di Pesaro Challenge ci ha contattato per un progetto che avevamo proposto online. Si trattava di una mini pista da bowling per l’esterno (la nostra intenzione era quella di realizzare una pista per garage, così da permettere alle persone di giocare a bowling anche con il lockdown”. L’unico problema che abbiamo riscontrato era quello dei birilli che andavano sistemati manualmente. Un problema che siamo riusciti a risolvere solo quest’anno tramite un sistema di leve che li riporta in posizione. E sarà questo l’evento che porteremo a Pesaro Challenge, così da permettere a grandi e piccini di giocare a Bowling con una pista che, pur essendo più corta e non regolamentare, mantiene comunque lo spirito di questo sport e che siamo sicuri farà divertire tantissimo i più piccoli. 

Santo Stefano Riabilitazione del Gruppo Kos a Pesaro Challenge: “Perché lo sport è salute”

Tra i sostenitori di Pesaro Challenge siamo lieti di avere il Gruppo KOS, a cui il Centro di Riabilitazione Santo Stefano di Pesaro fa riferimento e appartiene. Si tratta di un gruppo che risulta tra i leader in ambito sanitario e, nel caso specifico del centro di Pesaro, è una struttura accreditata e convenzionata per l’età evolutiva, con la peculiarità di fornire risposte riabilitative ai bisogni delle Famiglie di bambini con lo spettro autistico.

Una peculiarità decisamente importante, come ci spiega, all’interno della nostra intervista, il direttore dei Centri ambulatoriali del Santo Stefano Riabilitazione Gruppo Kos, Antonio Bortone.

Santo Stefano Pesaro Gruppo Kos, Pesaro Challenge,

Perché è importante questa peculiarità del Santo Stefano di Pesaro?

L’importanza è determinata dalla valenza che il nostro intervento riabilitativo può avere, sullo sviluppo inclusivo e sociale del bambino e della sua Famiglia.

All’interno del Santo Stefano di Pesaro opera un Team multiprofessionale. Ci sono figure medico-specialistiche, come quella del neuropsichiatra infantile o del fisiatra; ci sono figure sanitarie come lo psicologo, il logopedista, il fisioterapista, l’assistente sociale, il terapista occupazionale, il terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, l’educatore professionale; c’è anche un servizio specifico di audiometria, con esperti audiometristi e audioprotesisti, per la valutazione delle funzioni uditive.

Prendiamo proprio questo caso come esempio… Dov’è il beneficio? Semplice.

Intercettare precocemente eventuali disturbi sensoriali della funzione uditiva, consente di intervenire con strumenti compensativi o, nelle necessità clinicamente più complesse, inviando il bambino per una valutazione chirurgica per una protesi acustica. In questo modo si previene anche una ripercussione negativa sullo sviluppo cognitivo del bambino stesso, che una funzione compromessa potrebbe generare.

Per questi casi specifici, abbiamo uno stretto contatto col Centro Medico Foniatrico di Padova, usufruendo di una corsia preferenziale.

Lei come mai ha deciso di intraprendere questa strada?

Più che una strada per me è una storia, visto che svolgo questa professione da 36 anni. Quando ho scoperto la riabilitazione che, ai miei tempi era vista un pò come una “cenerentola” nella medicina, in quanto ancora poco conosciuta, mi sono incuriosito molto ed ho coltivato elettivamente l’età evolutiva. Ma oltre a queste attitudini personali, ha sicuramente avuto un grande peso, sulla mia scelta, l’efficacia che ho riscontrato dell’intervento riabilitativo, soprattutto se precocemente avviato, a fronte degli esiti altamente invalidanti che patologie complesse possono determinare. Oggi si sente usare spesso il termine “resilienza”; ebbene, in questo caso la riabilitazione può essere intesa come una risposta resiliente a un problema clinico che ha determinato una seria avversità nella vita di una persona.

Com’è nata invece la collaborazione con Pesaro Challenge?

Avendo un Centro ambulatoriale a Pesaro, il Gruppo KOS è molto interessato alle iniziative locali di un certo spessore e rilevanza sociale, proprio come nel caso di Pesaro Challenge. Così abbiamo intercettato e valutato subito come significativa questa manifestazione per le caratteristiche che il territorio le ha riconosciuto e così, senza ulteriori indugi, abbiamo deciso di essere presenti e compartecipare.